Le impronte sonore della geografia fisica per la scoperta della storia del paesaggio geomorfologico

Autores

  • Cristian Scapozza UCS

Resumo

Per analogia con la creazione dei paesaggi sonori applicando il filtro percettivo al suono e non all’immagine, è creato il concetto di paesaggio sonoro geomorfologico. I suoni in geomorfologia sono studiati da tempo, ma il processo di percezione che permette di creare un paesaggio sonoro geomorfologico è ancora molto limitato. L’estraniamento di suoni geomorfologici permette di utilizzarli al livello di impronta sonora come suoni tipici di un ambiente in un contesto temporale preciso. Tre esempi dove è avvenuta la riproduzione di suoni attuali in relazione con paesaggi passati, mostrano come la lettura del paesaggio è rinforzata dall’utilizzo di un’impronta sonora propria che permette di creare dei paesaggi sonori. Grazie all’utilizzo di impronte sonore tipiche di un luogo e della sua storia geomorfologica, è quindi possibile incrementare, potenziare e integrare il processo percettivo basato esclusivamente sulla vista, creando un’esperienza sensoriale più completa del paesaggio.

Biografia do Autor

Cristian Scapozza, UCS

Professora Drª pela UFRGS, PPGIE. Enquadramento funcional: tempo integral no  Curso de História da Universidade sde Caxias do Sul e Curso Tecnólogo em Fotografia, na mesma Universidade. Titular para disciplinas de estágio em História; História da Fotografia e Gestão de Acervos Fotográficos. Coordenadora do Programa de Formação de Professores da UCS; do Centro de Documentação da UCS; e do Programa de Investigação e Resgate da Imagem e do Som/ IRIS.

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Publicado

2017-12-21

Como Citar

Scapozza, C. (2017). Le impronte sonore della geografia fisica per la scoperta della storia del paesaggio geomorfologico. MÉTIS: HISTÓRIA & CULTURA, 16(32). Recuperado de https://sou.ucs.br/etc/revistas/index.php/metis/article/view/5779